Purtroppo devo interrompere questo momento di gaiezza! - scritto da Alessia

"Con queste parole la labiopalatoschisi è entrata nella mia vita durante l'ecografia morfologica al 5 mese di gestazione.
Al momento ho provato incredulità e sgomento. Sapevo che esisteva una malformazione al labbro chiamata labbro leporino ma non sapevo che questa potesse interessare anche il palato.
Devo essere onesta, da subito pensai che mi stessero prendendo in giro e che ci fosse qualche telecamera piazzata chissà dove a riprendere la scena! non era possibile! Non abbiamo casi in famiglia, non fumo e faccio attenzione all'alimentazione ma purtroppo questa malformazione può colpire chiunque.
Mi mandarono direttamente a fare l'ecografia di secondo livello, che non solo confermò la cosa ma ci dissero che anche gengiva e palato erano coinvolti.
Ad un tratto si realizzò uno dei miei peggiori incubi! Il mio bimbo non era perfetto e inoltre dall'inizio della gravidanza avevo sensazioni e paure che non riuscivo a spiegarmi. Si stava concretizzando qualcosa a cui non ero preparata!
La mia mente ebbe una strana reazione a tutto ciò, si divise in tre.
La prima era negazionista, ovvero si rifiutava di crederci, non avevo visto la schisi in eco e continuavo a dirmi che c'era sicuramente un errore, alimentata anche da un paio di amiche che mi raccontarono i loro errori in ecografia
La seconda era propositiva, cominciai immediatamente a mettermi al lavoro per capire che problematiche avrei affrontato (e ahimè erano più di quelle che credevo), come avrei alimentato Samuel e soprattutto dove farlo operare. Questa ultima problematica la risolsi in fretta. Presi appuntamento con la Dott.ssa Garattini alla Smile House del San Paolo di Milano e devo dire che mi sciolse ogni dubbio, anche se durante il colloquio la prima parte di me fece capolino dicendomi "tanto alla nascita vedremo che è tutto ok", beata illusione...
La terza era quella peggiore, quella sopraffatta dal dolore, un dolore a tratti insopportabile che mi toglieva il respiro.
Purtroppo la terza parte prese il sopravvento quando durante l'ecografia del mese dopo la vidi, la schisi era lì per dirmi "tesoro non ci sono dubbi, tuo figlio ha la Lps!"
Ero sconvolta, era pure bella ampia e prendeva anche la fossa nasale!
Da quel giorno crollai!
La notte era impossibile dormire senza svegliarmi sudata e in lacrime, alle volte piangevo nel sonno, la mattina era difficilissimo alzarsi e recarmi al lavoro (non volevo stare a casa prima, mi serviva distrarmi), mi ammalavo di continuo avendo le difese sotto i tacchi, mangiavo pochissimo facendomi sgridare da Gaia la mia bimba di 3 anni che mi ricordava che il fratellino doveva mangiare. Come avrei accolto un bimbo non perfetto a differenza di Gaia che lo era?
Fu terribile!
Piangevo ogni due per tre anche in mezzo al supermercato di sabato mattina, continuavo a guardare la pancia sperando sparisse da un giorno all'altro, maledicevo il giorno in cui avevo deciso di dare un fratellino a Gaia, se non avessi preso quella decisione ora sarei felice mi dicevo e per un giorno pensai addirittura che avrei dovuto avere più coraggio e abortire.
Litigai spesso con mio marito perchè lui anche se addolorato questo bimbo lo voleva.
La mia famiglia non sapeva cosa fare e nemmeno io. Ero in evidente stato depressivo.
Cominciai quindi a frequentare una psicologa, la cui collega e migliore amica aveva la Lps guarda caso! Mi aiutò tantissimo perchè piano piano cominciò la mia ripresa, anche se al parto non arrivai serena, Samuel nacque con quasi due settimane di ritardo che furono eterne; continuavo a dirmi che dovevo essere allegra ma non ci riuscivo.
La fine dell'incubo (non la Lps ma la depressione) erano ancora lontani.
Poi lui arrivò, era una domenica di sole, il 3 marzo 2013 alle 11.25 ecco Samuel con la sua Lps sinistra completa! E la cosa buffa è che non la vidi, ero troppo concentrata su quell'esserino meraviglioso che avevo portato in grembo per 9 mesi e che non meritava tutto questo trambusto!
La luce non arrivò subito però, ebbi dei momenti di crollo durante le prime uscite, quando dovetti scontrarmi con gli sguardi della gente e mi sentivo una mamma diversa!
Ma piano piano Samuel mi insegnò ad amarlo, mi insegnò che lui era lui, schisi o non schisi, mi diede forza e coraggio vedere che cresceva e si alimentava benissimo. E quando arrivò la chiamata per il prericovero mi sentii meglio! Finalmente stava arrivando il momento tanto atteso, quello in cui mio figlio avrebbe avuto un volto esattamente come gli altri bimbi, però......
....mi sorpresi che non mi importava così tanto che lui fosse come gli altri, vedevo l'intervento come qualcosa che andava fatto non qualcosa che mi avrebbe fatto amare mio figlio.
Io mio figlio lo amavo già ! Così come io e il suo papà l'avevamo creato!
Avevo accettato la schisi finalmente! ".